"L'inaugurazione di un rifugio alpino è certamente la cerimonia più simbolica e più caratteristica fra tutte le manifestazioni di montagna, ... l'apertura di un nuovo ricovero di montagna è per l'alpinista una festa di gioia ..."
Nell'immagine seguente il secondo da sinistra è Candido Chiola,
il terzo Toniolo e il quarto, con il cappellaccio,
Andreotti.
Le vicende qui narrate si svolgono fra le severe montagne che circondano Forno Alpi Graie, l'ultimo centro abitato della Val Grande di Lanzo, situato a 1219 m; villaggio antico, la chiesa ed un gruppo di case addossate ad una rupe che le protegge da frane ed alluvioni. Il nome lascia intendere un passato operoso, dedicato, al pari di tanti altri in queste valli, alla lavorazione dei minerali. In tempi più recenti, esaurita la validità economica delle attività estrattive, Forno diviene centro di villeggiatura e meta turistica, grazie anche al richiamo dell'antico santuario mariano arroccato a poca distanza dal paese. Attualmente fa parte del comune di Groscavallo ma un tempo, prima che la corsa alle città spopolasse le vallate, si reggeva autonomamente. Il turista che, risalita la valle, raggiunge Forno, scorge innanzi a sè, imponente, il Bacino della Gura, grandioso anfiteatro contornato da cime superiori ai 3000 m, culminante nei 3555 m della Levanna orientale. A sinistra invece, il nostro turista scoprirà, inatteso, il Vallone di Sea che si inserisce selvaggio fra ripide fiancate rocciose e si spinge, con brusco cambio di direzione, fino ai piedi della parete settentrionale dell'Uja di Ciamarella.