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I PRIMI RIFUGI UGET




Al primitivo slogan "Su tutte le vette alpine, il gagliardetto dell'UGET" si era aggiunto, nel 1921, quello più concreto "In ogni gruppo delle nostre montagne una casetta dell'UGET". Coerentemente, nel 1923, per festeggiare il primo decennio di vita, l'UGET inaugurò, alle Grange di Valle Stretta, presso Bardonecchia, il suo primo rifugio, di cui esiste tuttora l'edificio, dall'aspetto non molto diverso da come appare nelle foto di 75 anni fa; più volte devastato, prima dalle intemperie, quindi dagli eventi bellici, si trova ora, al pari di tutta la Valle Stretta, in territorio francese ed è gestito da privati con il nome di "Rifugio Re Magi". Una scritta sulla facciata ricorda tuttora l'antica appartenenza all'UGET. Da sottolineare che nel 1922, per evidenziare l'importanza assunta nella vita sezionale dell'attività alpinistica, l'UGET decise di mutare la propria denominazione da "Unione Giovani Escursionisti Torino" nella nuova "Unione Alpinisti UGET". Trascorsi pochi anni, l'UGET decise la costruzione di un secondo rifugio e, scorrendo le cronache di quegli eventi, si rimane colpiti della velocità e della determinazione con cui si era mosso il Consiglio Direttivo dell'associazione:

- riunione del 9 aprile 1926 -

"... viene deciso all'unanimità di iniziare il lavoro di preparazione per la costruzione di un nuovo rifugio. A tale scopo viene nominata una Commissione incaricata di presentare proposte circa la località in cui detto rifugio dovrebbe sorgere. Viene quindi nominata una Commissione tecnica per lo studio del progetto del rifugio da costruire."

- riunione del 23 aprile 1926 -

" Il Consiglio dopo aver sentito le relazioni della Commissione per la scelta della località e della Commissione tecnica per lo studio del progetto di costruzione del nuovo rifugio, ne approva all'unanimità le proposte e delibera di convocare per il giorno 13 maggio 1926 un'Assemblea Straordinaria dei Soci, all'approvazione della quale saranno sottoposte le concrete proposte del Consiglio per la costruzione del nuovo rifugio alpino. Viene quindi nominata una Commissione finanziaria coll'incarico di preparare le proposte di finanziamento da sottoporre all'Assemblea ..."

- riunione del 4 maggio 1926 -

" ... viene data lettura delle relazioni delle Commissioni ... che verranno portate all'Assemblea Straordinaria dei Soci. Il Consiglio le approva all'unanimità congratulandosi coi componenti... . ... breve discussione sui sistemi da seguire per la raccolta dei fondi pro nuovo rifugio ..."

I soci vennero convocati all'Assemblea Straordinaria del 13 maggio 1926, per deliberare su di un ordine del giorno composto da un solo punto: "Proposta della Direzione per la costruzione di un nuovo Rifugio". Sentita la relazione del Presidente Nino Soardi e quelle delle commissioni competenti, i soci approvarono sia la proposta di edificare il rifugio che la scelta del sito, il Bacino della Gura, in alta Val di Lanzo, nel territorio di Forno.

"... si è discusso di un argomento che non solo interessa tutti gli Ugetini, ma è alla cima delle aspirazioni di ognuno. ... il nostro Soardi ... ricorda e lumeggia il nostro scopo principale: la costruzione di rifugi di montagna, onde poter conseguire fra non molto tempo al desiderato risultato di trovare in ogni gruppo alpino importante un rifugio 'nostro', e poter sostare in casa 'nostra'. "

La Presidenza stanziò 10.000 LIRE ed altre 9.800 LIRE si aggiunsero in breve, grazie ad una sottoscrizione indetta fra i soci. La Rivista dedicò ampio spazio all'importante decisione, alla descrizione della località e delle sue potenzialità alpinistiche. Nino Soardi, il Presidente che ancora oggi molti ricordano, si impegnava al massimo: ne intuiamo le doti di trascinatore dagli interventi sul periodico sociale. Dirigenti e soci si misero alacremente a lavorare allo sviluppo del progetto esecutivo, alla stesura di elenchi di materiali occorrenti e, essenziale, a raccogliere fondi. La somma necessaria per una costruzione capace di 35 posti, venne stimata in 50.500 LIRE. E' commovente leggere gli elenchi delle offerte che la Rivista pubblicava mensilmente: alle oblazioni di 1.00 o 2.000 LIRE. si affiancano numerosissime quelle di poche lire, anche solo di 1 LIRA, raccolte fra soci e simpatizzanti. Frequenti le offerte di suppellettili o di parti di arredamento (per esempio: un lavandino e relative piastrelle, un servizio da tavola di piatti in alluminio, la targa metallica per la facciata e così via); vi fu anche chi offrì oggetti, dai libri ai vasetti di frutta sciroppata, da mettere in vendita in opportune circostanze per raccogliere denaro. Altri organizzarono serate danzanti o esposizioni di dipinti per radunare pubblico e chiedere soldi. Da notare che negli elenchi mensili degli offerenti figurano sempre numerosi soci delle sezioni UGET periferiche. La Direzione, con apposito referendum, invitò i soci a contribuire con "idee pratiche" tratte dall'esperienza di ognuno. Evidentemente nulla veniva trascurato per coinvolgere la compagine sociale. Dodici giorni dopo l'Assemblea straordinaria, il 25 maggio1926, il Consiglio approvò "il progetto definitivo pel nuovo rifugio" e deliberò di avviare sopralluoghi e lavori. Durante la seduta consiliare del 30 giugno 1926 " il Presidente riferisce circa le trattative per l'acquisto del terreno del nuovo rifugio."

Ad agosto la Rivista pubblicò la notizia che "La signora Girardi Felicita, di Forno A.Graie, proprietaria di alcune montagne nel vallone della Gura, ci ha offerto gratuitamente l'area necessaria pel nostro rifugio. Ringraziamo la generosa offerta, spiacenti di non poter accettare la donazione poichè la posizione scelta pel rifugio (centro di partenza per tutte le vette della catena terminale) trovasi su altra proprietà."

La disponibilità della signora Girardi denotava un atteggiamento favorevole dei valligiani verso questa iniziativa, non condiviso però, come vedremo, da tutti gli abitanti della zona. A settembre un gravissimo lutto colpì Nino Soardi ma il verbale della seduta consiliare del 10 novembre 1926 segnala che, a distanza di poche settimane, egli aveva tenacemente ripreso il suo posto. Al 22 ottobre la sottoscrizione aveva già fruttato 33.300 LIRE che, al 24 novembre, divennero 36.042 LIRE Nel frattempo però il progetto subì una battuta di arresto in quanto il proprietario del terreno su cui avrebbe dovuto sorgere il rifugio, rifiutò di venderlo. Stranamente non vi è traccia di questo grave imprevisto nei verbali delle sedute consiliari ed i soci ne furono informati dalla relazione del Presidente nel corso dell'Assemblea annuale:

"Il proprietario di tutta la testata finale del Vallone della Gura, scelto pel nostro rifugio, si rifiutò di cedere la limitatissima area necessaria e ciò malgrado tutte le nostre insistenze fatte anche a mezzo di influenti autorità."




il rifugio Guido Rey. Sullo sfondo l'Uja di Mondrone.
disegno di Delio Meinardi da una foto d'epoca


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