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PREMESSA




"L'inaugurazione di un rifugio alpino è certamente la cerimonia più simbolica e più caratteristica fra tutte le manifestazioni di montagna, ... l'apertura di un nuovo ricovero di montagna è per l'alpinista una festa di gioia ..."

Così iniziava l'editoriale apparso sul numero di ottobre 1927 del periodico dell' "Unione Alpinisti UGET" di Torino. Ancora oggi potremmo sottoscrivere queste frasi, ben sapendo come in tali occasioni si instauri fra i presenti uno stato d'animo particolarmente felice a cui concorrono incontri e ricordi. Nel settembre 1993, rientrando dalla cerimonia inaugurale del bivacco "Val Sea Soardi-Fassero", raccontavamo agli amici più giovani di aver partecipato nello stesso luogo, tanti anni prima, era il 1957, all'inaugurazione del bivacco Soardi e, ricordando di avere conservato le fotografie scattate in quell'occasione, nacque la proposta di unirle alle riprese di quest'ultima cerimonia per esporle nella sede dell'UGET a Torino e proporle eventualmente anche agli amici della Sezione di Ciriè. Spulciando poi nelle vecchie pubblicazioni alla ricerca di date e nomi precisi, abbiamo constatato che era possibile trovare molto più di quanto avessimo immaginato, risalendo anche alle notizie ed alle immagini relative al precedente rifugio Rey, eretto negli anni '20 in posizione non molto discosta dall'attuale. Con la documentazione raccolta, comprendente materiale fotografico e riproduzioni di vari documenti, abbiamo quindi allestita una piccola mostra per raccontare le vicende di tutti i rifugi alpini realizzati nella Val di Sea dall'UGET (Unione Giovani Escursionisti Torino) nell'arco di circa settant'anni: eventi che attraversano quasi per intero la storia di questa nostra Associazione. Gli otto riquadri furono esposti, durante il mese di agosto 1995, presso la chiesa di Nostra Signora di Loreto a Forno Alpi Graie poi, nel mese di settembre, a Lanzo Torinese, nella sede dell'Azienda Promozione Turistica quindi, a ottobre dello stesso anno, nel Centro Sociale del Comune di Ciriè (in collaborazione con la Sezione di Ciriè) ed infine a Torino, nella Galleria Subalpina (sotto la sede della Sezione UGET Torino), nel mese di gennaio 96. Nelle pagine che seguono, utilizzando gli stessi documenti, opportunamente integrati, abbiamo voluto "fissare" questo racconto in una veste più duratura. Abbiamo inteso inoltre ricordare, pensando agli "Ugetini" degli anni a venire, le figure di Nino Soardi e Marco Fassero, ai quali è intitolato il più recente bivacco di Val Sea, volendo evitare che, come troppo spesso accade, i loro nomi diventino semplicemente parte della toponomastica locale. Ovviamente non avremmo potuto raccogliere questa documentazione senza l'aiuto di amici e conoscenti che hanno generosamente prestato la loro collaborazione, mettendo a disposizione quanto in loro possesso o quanto conoscevano. Un sentito grazie alla Biblioteca Nazionale del CAI, alla Sezione di Venaria Reale del CAI, all'Associazione Amici di Marco Fassero di Ciriè, a tanti amici della Sezione di Torino del CAI e della Sezione CAI UGET - Torino e, di certo, l'elenco non è esaustivo. Il titolo richiama volutamente, con il cortese assenso dell'autore, il volume "Fra le Uje di Lanzo" di Sergio Marchisio, edito nel 1993 da L'Arciere di Cuneo, contenente la descrizione di decine di itinerari nelle Valli di Lanzo. Particolare di non secondaria importanza è stato il reperimento dei fondi necessari alla pubblicazione. E’ doveroso ricordare il contributo dell’Associazione Amici di Marco Fassero, di Ciriè, e quello della Sezione CAI UGET – Bussoleno nonchè quello, davvero significativo fornito da Candido Chiola, “vecchio” Socio della Sezione CAI UGET – Torino, che ha voluto con questo suo gesto ricordare due fra i tanti protagonisti delle vicende qui narrate, Lino Andreotti e Bruno Toniolo con cui ha condiviso tante ascensioni. E’ con nostalgia che ricorda l’affettuoso nomignolo con cui i due alpinisti, più anziani, gli si rivolgevano: “car fiulin”.

Nell'immagine seguente il secondo da sinistra è Candido Chiola, il terzo Toniolo e il quarto, con il cappellaccio, Andreotti.

Le vicende qui narrate si svolgono fra le severe montagne che circondano Forno Alpi Graie, l'ultimo centro abitato della Val Grande di Lanzo, situato a 1219 m; villaggio antico, la chiesa ed un gruppo di case addossate ad una rupe che le protegge da frane ed alluvioni. Il nome lascia intendere un passato operoso, dedicato, al pari di tanti altri in queste valli, alla lavorazione dei minerali. In tempi più recenti, esaurita la validità economica delle attività estrattive, Forno diviene centro di villeggiatura e meta turistica, grazie anche al richiamo dell'antico santuario mariano arroccato a poca distanza dal paese. Attualmente fa parte del comune di Groscavallo ma un tempo, prima che la corsa alle città spopolasse le vallate, si reggeva autonomamente. Il turista che, risalita la valle, raggiunge Forno, scorge innanzi a sè, imponente, il Bacino della Gura, grandioso anfiteatro contornato da cime superiori ai 3000 m, culminante nei 3555 m della Levanna orientale. A sinistra invece, il nostro turista scoprirà, inatteso, il Vallone di Sea che si inserisce selvaggio fra ripide fiancate rocciose e si spinge, con brusco cambio di direzione, fino ai piedi della parete settentrionale dell'Uja di Ciamarella.

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